Sunshine Coast Ukulele Festival (AUSTRALIA)

Il nostro viaggio in Australia comincia nella mattinata di Domenica 15 Aprile.
Con un mix di frenesia ed eccitazione ci dirigiamo verso l’aeroporto, dopo aver
giocato a tetris con il contenuto dei nostri bagagli cercando trovare un posticino
per un cavo jack di riserva, l’alimentatore della pedaliera, l’Ukulele sopranino.
Giunti al terminal affrontiamo tutte le varie procedure: check- in, controlli, finché
eccoci al gate, “quindi si parte davvero!” pensiamo.
Dopo pochi secondi la compagnia aerea apre l’imbarco.
Sapevamo di dover viaggiare con l’Airbus 380 ed una volta saliti e sistemati ci
guardiamo attorno increduli per la grandezza dell’aereo.
Di li a poco il nostro aereo decolla. Ci aspettano:
-6 ore di volo fino a Dubai
-Scalo notturno di 11 ore fino alle 10,30 di mattina
-14 ore di volo fino a Brisbane
Dunque è martedì 17 Aprile questo è certo, il sole è alto ma non riusciamo a capire
che ora è.
Fuori dall’aeroporto ci guardiamo attorno frastornati e al tempo stesso sorridiamo
pensando “ok, siamo dall’altra parte del mondo, siamo a Brisbane!”

Di li a poco una signora sorridente con un accento molto australiano si avvicina e
ci chiede “Ukus In Fabula?”
È Lynn White organizzatrice del Sunshine Coast Ukulele Festival, ci invita a seguirla
e ci indica di salire nella sua macchina per accompagnarci al Festival e poi nel
nostro albergo.
Dopo un paio di ore di viaggio arriviamo a Kenilworth, una piccola città del
Queensland e Lynn ci porta direttamente nell’area del festival, in cui i preparativi
procedono.
Stand, tendone, palco, area camping, distributori di acqua, bagni chimici, tutti gli
ingredienti giusti per un festival.
Conosciamo subito qualche persona del posto e dopo qualche chiacchiera ci rendiamo
conto di quanto le persone siano eccitate della nostra presenza.
Camminiamo per il festival mentre membri dello staff ci salutano con “Hi italian
guys!” e noi con un po’ di difficoltà cerchiamo di capire il loro inglese, che non manca
mai di slang australiani incomprensibili.
Raggiungiamo il nostro albergo, si tratta di un pub in legno, l’unico a Kenilworth,
in cui c’è anche un palco per suonare e al piano superiore ci sono delle stanze.
Più che delle stanze di albergo sembrano delle camerette di una casa e ne abbiamo
una a testa. Sistemiamo le nostre cose e senza sapere che ora è crolliamo in un
sonno profondo.
La nostra permanenza a Kenilworth dura 5 giorni.
Durante i primi giorni facciamo amicizia con le persone del posto e con molti turisti
venuti da fuori città in occasione del festival.
Shannon il figlio di Lynne diventa il nostro best australian friend, vive in Nuova
Zelanda e anche lui è a Kenilworth per lavorare al Sunshine Coast Ukulele festival
come fotografo. Con lui ci divertiamo a imparare il suo inglese, a scherzare sulle
diverse abitudini e ci promette di portarci a vedere nel weekend Moolooluba, una
città sulla costa.
 Le nostre giornate iniziano con delle jam mattutine proprio sotto le nostre stanze.
Si, perché ogni mattina dalle 11 alle 15 un gruppo di persone si riunisce al pub in
cui c’è l’open mic, cioè chiunque può salire sul palco a suonare o cantare qualche
brano.
Il pomeriggio lo passiamo al festival, facciamo amicizia con molte persone, suoniamo
l’ukulele tutti insieme e prima di tornare in albergo, in serata, passeggiamo tra
i camper scambiando qualche chiacchiera con le persone che ci ospitano a bere e
suonare con loro.
Tutta questa ospitalità ci fa sorridere e sentire lusingati e quando arriva il giorno
della nostra esibizione siamo talmente carichi che prima di salire sul palco diciamo
“entro la fine del nostro set, facciamo ballare tutto il parterre”.


 Ed è proprio questo quello che succede, le persone sono rapite dal nostro accento e
dai grandi classici italiani che suoniamo:

Volare
Dimmi quando
Tu vuo’ fa l’americano
Procediamo tra un pezzo country e un medley tra Beach Boys e Beatles, e arriviamo
al nostro set Rock’n’Roll.


“Do you want to dance rock’n’roll?” non serve chiederlo più di una volta, perché
terminata la domanda sono già tutti sotto il palco e alle prime note di Jhonny Be
Goode vediamo il pubblico muoversi a tempo.


Terminata la nostra esibizione facciamo amicizia con i Nukes una band neozelandese
e Nicky Bomba un’artista australiano che propone un favoloso set one man
band.
Finito il festival procediamo con i festeggiamenti notturni e jam insieme agli altri
artisti del festival e quando ci rendiamo conto di esserci davvero affezionati a quelle
persone è già ora di ripartire per Roma.




Un’ultima giornata, con bagno nell’oceano Pacifico, e pasta cucinata a casa di
Lynn, per concludere degnamente una bella esperienza in Australia!
Ma l’avventura non è finita perché da li a 3 giorni saremo in Scozia per l’Ukulele
Festival of Scotland a Dumfries.


Articolo scritto da:
Gabriele Proietti

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